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Primo mattino allo specchio

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“Ciò che conduce l'uomo a osare e a soffrire per edificare società libere dal bisogno e dalla paura è la sua visione di un mondo fatto per un'umanità razionale e civilizzata. Non si possono accantonare come obsoleti concetti quali verità, giustizia e solidarietà, quando questi sono spesso gli unici baluardi che si ergono contro la brutalità del potere

Aung San Suu Kyi

impolvero di kohol
la congiuntiva
morbido ed inesorabile
chiude la caruncola.

non avrai le mie lacrime
da incastonare sul tuo diadema.


 Roberto Maggiani - 15/11/2011 17:55:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

@Patrizia: Sottoscrivo... ma è già pubblicata =)

 Patrizia - 15/11/2011 09:38:00 [ leggi altri commenti di Patrizia » ]

Bellissima, devi pubblicare

Patrizia

 Nando - 11/11/2011 14:12:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Impreziosita dalla citazione iniziale e con la voluta scelta di vocaboli particolarmente precisi ed eruditi, che nulla vogliono concdere ad uno snobismo culturale, la tua poesia diventa un potente schiaffo al potere in ogni sua accezione di dominio e non di servizio.

Un saluto

 Fiammetta Lucattini - 11/11/2011 09:55:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

Cara Maria, a questo punto, data la preziosa scelta dei tuoi vocaboli, credo avrai ormai adottato una parola, come proposto dalla "Dante Alighieri". Non sto dissacrando, quanto piuttosto ammirando la rarità del tuo dolore, valore fondante, purtroppo, di ogni esistenza. Un abbraccio.

 Loredana Savelli - 10/11/2011 21:54:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Mi pare un’ottima scelta: anche le lacrime, insieme ai valori preziosi che hai indicato nella citazione iniziale, non vanno inflazionate.

Ciao!!!

 Roberto Maggiani - 10/11/2011 20:12:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

La nostra Maria, donna del dolore, è così distorta allo specchio (nella bella fotografia associata al suo profilo - a questa data) che sembra graviti nelle sue vicinanze un buco nero deformante spazio e tempo, metafora di un tentativo di distorsione interiore polivalente di vicinanze inallontanabili alle quali Maria dimostra, con questa poesia, di voler reagire, non volendo assecondare l’inesorabile deformazione di valori essenziali e fondanti l’esistenza umana, quali: verità, giustizia e solidarietà. Non vuole offrire le lacrime, che invece verserebbe volentieri, perché potrebbero diventare trofeo per l’inesausto nemico della serenità... e non faccio nomi =)

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